5 luoghi comuni da sfatare sull'allattamento

Negli ultimi anni le campagne in favore dell'allattamento al seno si sono moltiplicate, così come le informazioni a disposizione delle gestanti e delle neomamme. Nonostante questo, però, alcuni luoghi comuni sull'allattamento sono tuttora duri a morire, pur essendo privi di alcun fondamento scientifico.

Jonas

Ecco la verità su 5 luoghi comuni sull'allattamento al seno.

Il latte non diventa acqua dopo sei mesi


Il latte materno non “diventa acqua” e non perde le sue capacità nutritive quando il bambino compie sei mesi o un anno. L'alimento materno, al contrario, si adegua alle esigenze nutrizionali del bambino in crescita, modificando nel tempo la propria composizione chimica. Diversi studi hanno analizzato la composizione del latte di mamme che allattavano bambini di almeno sei mesi, dimostrando che non solo il loro latte non è “acqua”, ma risponde alle necessità di un bambino più grande e che mangia anche alimenti solidi.

È possibile assumere farmaci quando si allatta


È vero che tantissimi farmaci sono controindicati in gravidanza e in allattamento perché comportano rischi anche molto gravi a carico del feto e del bambino, ma esistono quasi sempre valide alternative compatibili con l'allattamento. Questo vale anche per farmaci spesso considerati erroneamente off limits come antibiotici e antinfiammatori. Per conoscere i prodotti sicuri, è possibile consultare, oltre al medico e al farmacista, il numero verde del Centro Anti Veleni Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (800.88.3300).

È possibile allattare durante la gravidanza


Se la gestazione procede in modo fisiologico e la futura mamma non ha particolari problemi di salute, è possibile continuare ad allattare senza problemi anche durante la gravidanza. Molte mamme, peraltro, proseguono con l'allattamento “in tandem” anche dopo il parto, continuando a offrire il seno anche al figlio maggiore.

Se il bambino poppa “sempre” non vuol dire che il latte sia poco


Il latte umano è molto digeribile, per cui è normale che un bambino, soprattutto quando è molto piccolo, chieda il seno anche molto di frequente. La quantità di latte assunta ad ogni poppata, inoltre, è sempre variabile, quindi la convinzione che il latte sia insufficiente se il bebè “è sempre attaccato” è solo uno dei luoghi comuni da sfatare sull'allattamento. La suzione, infine, può assolvere a molte funzioni diverse da quella nutritiva: bisogno di calore, contatto col corpo della madre, consolazione dal dolore, e questo spiega ulteriormente perché alcuni bambini chiedano il seno più spesso in determinati periodi.

La forma e le dimensioni dei capezzoli non sono decisive

Avere i capezzoli piccoli, grandi, più o meno sporgenti incide relativamente sul successo dell'allattamento. Sono rari i casi in cui la forma del seno o dei capezzoli impedisca di fatto a una mamma di allattare. Nella maggioranza delle situazioni, occorre semplicemente una maggiore attenzione (ed eventualmente l'aiuto di una consulente in allattamento) per far attaccare correttamente il neonato al seno, prevenendo così la formazione di ragadi e assicurando al bambino un nutrimento adeguato.

 

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